Leggere. Fare. Giocare. Spunti e idee per nutrire la mente dei nostri bambini fin da piccoli

Leggere. Fare. Giocare. Spunti e idee per nutrire la mente dei nostri bambini fin da piccoli

Le neuroscienze dello sviluppo hanno rivoluzionato in questi ultimi anni tutto quanto conoscevamo sui processi di formazione e crescita del cervello di un bimbo: infatti questo percorso inizia circa due settimane dopo il concepimento e si conclude nell’età adulta, ma molte delle competenze più importanti vedono costituirsi la base neurobiologica proprio nel periodo prenatale e nei primissimi anni di vita. Miliardi di connessioni neuronali vengono create nei primi mesi dopo la nascita fino a tre anni a ritmi elevatissimi come mai più nella vita, ma sia le nuove connessioni che l’eliminazione delle stesse che non vengono utilizzate, dipendono fortemente dalle esperienze precoci del bambino e dalla stimolazione che riceve dall’ambiente in cui vive.

Vengono definiti come processi guidati dalle esperienze. Essi permettono di ottenere un’adattabilità maggiore e più efficiente all’ambiente in cui si nasce. L’eredità genetica agisce in sinergia con i fattori ambientali e getta le fondamenta di quello che sarà in seguito l’apprendimento, il comportamento e la salute del nostro bambino.

È necessario ricordare che questa straordinaria plasticità cerebrale è sensibile sia alle esperienze positive che a quelle negative e il modo in cui ciascuno reagisce allo stress dipende dalla sua capacità di superarne gli effetti: una relazione nutriente con i propri genitori è il fattore chiave che permette ai bambini di far fronte alle avversità.

Quando queste relazioni primarie sono sufficientemente buone, costituiscono il porto sicuro da cui il bambino parte per la sua conoscenza del mondo e a cui poi può tornare o fare riferimento nei momenti di difficoltà.

Già dalla nascita, pertanto, il bambino apprende dall’ambiente e gran parte di questo apprendimento avviene osservando, muovendosi, ascoltando ciò che avviene intorno: i genitori insegnano di fatto molto di più attraverso il loro comportamento che attraverso le loro parole. Numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato come alcune pratiche di cura e di educazione, possano contribuire non solo alla costruzione di buone basi neurobiologiche di sviluppo del bambino, ma anche sostenere le competenze genitoriali e la relazione tra genitori e bambini.

Queste buone pratiche possono essere svolte a partire dalla nascita, ma alcune anche prima come la musica e la voce materna.

  • L’esperienza musicale
  • Il massaggio del bambino
  • La lettura in famiglia
  • Il gioco
  • L’attività motoria l’uso appropriato delle tecnologie digitali

La lettura in famiglia

Ormai tutti i più importanti organismi internazionali che si occupano di fare salute e di infanzia hanno raccomandato la lettura in famiglia come una delle buone abitudini che possono e devono essere messe in pratica per favorire e promuovere lo sviluppo intellettuale e le competenze dei nostri bambini.  Diverse ricerche scientifiche hanno infatti dimostrato come la lettura condivisa, proposta con continuità fin dal primo anno di vita, produce nei bambini importanti benefici di tipo cognitivo, di sviluppo delle relazioni sociali ed emotive, e infine di crescita del linguaggio e della comunicazione.

La ricchezza del vocabolario utilizzato, una minore difficoltà nell’apprendimento e nella lettura, sono evidenti nei ragazzi che sono stati abituati alla lettura costante fin da piccoli (Toffol 2011- Sullivan e Brown 2013).

Lo sviluppo intellettivo del bambino si sviluppa su basi geneticamente determinate che, però, reagiscono e dipendono anche dagli stimoli che provengono dall’ambiente.

Oltre tutto questo per i nostri piccoli, l’utilizzo dei libri per bambini nella fascia 6-12 mesi migliora anche il senso di competenza delle madri e il loro senso di autoefficacia ( Bandura 1997), diventando un’occasione per passare del tempo di qualità insieme e rafforzare le relazioni. I genitori scoprono in questo modo di avere uno strumento in più di vicinanza fisica ed affettiva e di vedersi anche ridurre lo stress genitoriale ( Kelly e altri 2011- Terret e altri 2012)

In pratica

  • Organizzare in casa un piccolo angolo di lettura lontano dalla TV
  • Leggere con il bambino in braccio, indicando le figure, spiegando, ampliando quello che il bambino indica o dice in un continuo gioco di va e vieni
  • Collegare il leggere ad un’esperienza emotiva piacevole

In Italia la lettura in famiglia viene promossa dal 1999 dal programma nazionale Nati per Leggere (NpL)

www.natiperleggere.it

Fare: sviluppo dell’attività motoria e l’uso appropriato delle tecnologie digitali

I bambini hanno bisogno fin da piccolissimi di utilizzare ogni occasione per muoversi, sia perché questo è necessario per il loro sviluppo motorio, che deve essere appoggiato da un’adeguata muscolatura, sia per abituardliad uno stile di vita sano e naturale basato sul movimento. Quando il bambino è molto piccolo bastano un tappetino morbido o una coperta sistemati a terra per sviluppare il sistema muscolare e il coordinamento per poi sperimentare gattonare e stare seduto in un ambiente sicuro. Quando inizierà a muovere i primi passi è bene lasciargli lo spazio necessario per poterlo fare ed evitare pertanto di lasciarlo nel passeggino. In tutti questi passaggi, certamente un sostegno incoraggiante da parte dei genitori può motivare il bambino ed altrettanto utili sono i sostegni ambientali, come mobili, poltrone o tavolini a cui il bambino si può appoggiare in sicurezza.

Riassumendo: attività motoria come e quando:

  • Utilizzare superfici morbide a terra per sperimentare la maggiore autonomia fisica possibile
  • Limitare l’uso di seggioloni box o passeggini per sfruttare ogni opportunità di fare movimento
  • Utilizzare la fascia per il trasporto del neonato che aumenta gli stimoli
  • Fornire oggetti di tutti i giorni, cucchiai, recipienti in plastica e oggetti vari, libri per stimolare la manipolazione
  • Variare le proposte in base alle sue abilità

Questi suggerimenti possono sembrare semplici e banali ma non dobbiamo dimenticare che il contesto di crescita in cui ci siamo evoluti in cui è necessario muoversi, oggi è molto cambiato.

 ( Vianello e altri 2015 – Valutazione neuroevolutiva e promozione dello sviluppo psicomotorio 0-3 anni Rapisardi, Tamburlini e altri 2012)

Le tecnologie audiovisive ed in particolare quelle digitali, stanno ricoprendo un ruolo sempre più importante nella vita degli adulti, ma come ricaduta, anche in quella dei ragazzi e dei bambini. Le evidenze scientifiche fino ad ora a disposizione sono sufficienti a giustificare preoccupazione riguardo al loro utilizzo non appropriato, soprattutto nei primissimi anni di vita, e ogni volta che si definiscono sensibilità ed abitudini.

Per utilizzo non appropriato si intende un utilizzo troppo precoce, non accompagnato dai genitori e per un periodo di tempo prolungato: smartphone e altri dispositivi vengono utilizzati dai genitori anche come strumenti per tenere buono il bambino in tempi sempre più precoci, questo utilizzo può comportare rischi fisici, cognitivi e relazionali (Balbinot e altri 2016), ma soprattutto possono togliere tempo di qualità nel rapporto genitore e bambino di tipo verbale e non verbale. È necessario quindi pensare a questo prima della nascita! Il mondo dove i bambini nascono e crescono oggi è inevitabilmente anche digitale, ma va conosciuto e governato, non subito.

I genitori possono dare il buon esempio.

  • Limitando l’uso dei dispositivi e della TV quando si è con i bambini, in particolare a tavola
  • Comprendendo che non vi sono motivi per l’utilizzo dei dispositivi, tantomeno per tenere buoni ii bimbi prima dei 2/3 anni
  • Scegliendo con cura, dopo i 3 anni app e videogiochi
  • Aiutando i nostri bambini fin da piccolini a riconoscere e a dare un nome alle emozioni

La migliore indicazione e quella di suscitare l’interesse e l’amore dei bambini per altre attività e dimensioni della vita come la scoperta della natura ‘l’attività fisica all’aperto ed il gioco, la lettura e la musica: se fin da piccolo al bambino vengono date opportunità di conoscere e apprezzare altre attività, saprà poi da grande utilizzare le nuove tecnologie senza esserne sopraffatto.

Giocare

Spesso il gioco è considerato come un semplice svago o un modo per distrarre i bambini, ma al contrario ha una grande valenza proprio ai fini dello sviluppo fisico, cognitivo e socio-emotivo del bambino fin dai suoi primi mesi. Tutto questo è dimostrato da un numero sempre crescente di ricerche e vi sono disposizioni di legge e convenzioni internazionali che ne riconoscono e tutelano il diritto.

(Art. 31 Convenzione ONU 1989/2006)

Il gioco, quindi, ha un grande ruolo perché permette al bambino di acquisire capacità, prendere coscienza di sé e interagire con il mondo circostante. Un congegno educativo che valorizza

  •  i bisogni primari di comunicazione, socializzazione ed autonomia,
  • il potenziale cognitivo, imparando giocando
  •  il repertorio linguistico, gestuale sonoro/verbale.

Sia che venga svolto in autonomia che in compagnia dei pari.

(Frabboni 1993- Bergen e Mauer 2000)

Il ruolo dell’adulto è quello del facilitatore che fornisce al bambino spazi e materiali, che lo aiuta in caso di necessità, ma senza mai interrompere il flusso o la direzione del gioco.

Alcune delle risorse che si sono rivelate più efficaci per favorire lo sviluppo del bambino sono i materiali di vario genere che possono essere utilizzati in vari modi e che contribuiscono ad aumentare la creatività dei bambini: contenitori in plastica, legno, tessuti, sabbia acqua… (Play Wales 2013)

Certamente il gioco non è l’unico modo per apprendere, in ogni caso gioco e apprendimento sono strettamente interconnessi, ma nonostante i suoi benefici negli ultimi anni c’è stato una progressiva riduzione del tempo dedicato al gioco per la crescente preoccupazione dei genitori per la sicurezza dei loro figli, l’aumento dell’utilizzo dei giochi commerciali, allo sviluppo tecnologico e all’aumento di tempo impiegato  in attività strutturate o direttamente finalizzate  all’apprendimento di attività motorie o cognitive: ricordiamo che l’esposizione giornaliera all’ambiente naturale ha un impatto importante sul senso di benessere dei bambini, sulla loro resistenza, sulla funzionalità cognitiva e sulle abilità motorie

(Bird 2007- Pretty e altri 2007- Gill 2014

Sitografia

www.csbonlus.org
www.natiperleggere.it
www.natiperlamusica.it
www.aimionline.it
Www.developingchild.harvard.edu
www.glifosfato.it
www.ipaworld.org

Rielaborazione articoli  a cura di
Dottoressa Isa Ligabue, Ostetrica